Mastoplastica riduttiva

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Valutazione della paziente

La valutazione della paziente inizia con il primo colloquio, lo specialista prima dialogherà con lei, poi effettuerà un accurato esame fisico al termine del quale la paziente specificherà quali sono i suoi desideri e le sue aspettative. 

Il chirurgo cercherà di spiegare nel modo più chiaro e semplice possibile le varie tappe dell’intervento, in cosa consisterà il pre e il post-operatorio e risponderà in maniera esaustiva a tutte le domande che la paziente porrà nel corso della visita. 

Un’anamnesi completa e accurata permetterà di evidenziare eventuali fattori di rischio familiari o personali (ipertensione arteriosa, diabete mellito, malattie polmonari, ecc..) è importante indagare l’esistenza di precedenti di neoplasia nei consanguinei o altre patologie della mammella e tutte quelle condizioni che possono modificare fisiologicamente il seno come la gravidanza e le alterazioni connesse al ciclo mestruale (congestione, dolore, ecc..).

Meritano attenzione anche i precedenti chirurgici sia a carico della mammella che del resto del corpo, il tipo di anestesia ricevuta, le eventuali abitudini dannose quali il tabagismo o l’alcolismo, in pratica interessa tutto ciò che potrebbe presupporre qualunque tipo di problema nello svolgimento e nel risultato a breve e lungo termine dell’intervento chirurgico che si prospetta.

E’ della massima importanza mettere a conoscenza l’intera equipe medica di qualsiasi tipo di allergia a medicinali e se vi è l’assunzione quotidiana di qualunque tipo di farmaco.

Tutte queste informazioni permettono al chirurgo plastico, insieme alla paziente, di ricercare, a seconda di ogni caso, il tipo di intervento da realizzare, decidere il volume e la forma della protesi (rotonda o anatomica) e il contenuto della stessa (siero fisiologico, gel di silicone, idrogel).

Inoltre si sceglierà la localizzazione dell’incisione chirurgica che si praticherà (periareolare, inframammaria, ascellare, ombelicale). Gli ultimi due casi, ascellare e ombelicale fanno parte di tecniche con dei limiti propri, rispetto alla “via” che utilizzano e per l’uso esclusivo di un tipo di protesi (siero fisiologico), oltre ad avere maggiore probabilità di complicanze secondarie. La localizzazione anatomica della protesi potrà essere sottoghiadolare o sottomuscolare. 

E’ fondamentale conoscere i pro e i contro del tipo di intervento prospettato e, in ogni caso, gli eventuali  limiti della paziente (dimensioni e forma del torace, taglia, tipo di pelle, forma e volume della mammella esistente, ecc..).

Prima dell’intervento lo specialista scatterà delle foto alla paziente in modo da poterle paragonare poi nel post-intervento al risultato finale ottenuto.

Ricordiamo inoltre che è necessario che la paziente firmi l’autorizzazione all’intervento (il consenso informato) naturalmente quando tutti i dubbi e le eventuali domande saranno stati chiariti esaustivamente da parte dello specialista.

Esami preoperatori

Si richiedono sempre:

– Emocromo ed esami ematochimici di routine. 

Questi permetteranno di evidenziare la  presenza di anemia, anormalie della coagulazione del    sangue, eventuali processi infettivi, valori anormali di glicemia, indici di funzionalità renale (creatininemia) ed epatica (transaminasi) ecc.. 

– Elettrocardiogramma, per valutare lo stato funzionale del cuore. 

– Ecografia, per valutare lo stato clinico del tessuto ghiandolare.

Controindicazioni

Questo intervento non può essere realizzato nei seguenti casi: 

– Gravidanza

– Malattia grave organica o mentale

– Malattia grave della mammella in follow-up o in trattamento

– Se sussistono controindicazioni da parte dell’anestesista

Preparativi per l’intervento

I farmaci abituali che si stanno assumendo dovranno essere mantenuti, purché il medico ne sia a conoscenza, eccetto alcuni che potrebbero alterare i meccanismi emostatici quale l’acido acetilsalicilico (aspirina) e gli antiinfiammatori non steroidei (FANS), che dovranno essere sospesi a partire dalle due settimane precedenti l’intervento poiché potrebbero facilitare il sanguinamento e la formazione di ematomi.

Si raccomanda anche di non fumare nelle settimane precedenti l’intervento (o almeno di limitare drasticamente il numero di sigarette giornaliere) e possibilmente anche nel post-intervento, per evitare alterazioni della microcircolazione che ritarderebbero la cicatrizzazione oltre a poter complicare le manovre anestetiche.

Disegno preoperatorio

Il chirurgo plastico disegna sul torace e sulla mammella della paziente dei tratti guida per l’operazione, da seduta o in piedi. 

Si evidenziano la zona scelta per l’incisione chirurgica, la posizione del solco sottomammario, la posizione del muscolo grande pettorale, ecc..

Tipo di anestesia

L’anestesia generale è quella scelta nella maggioranza dei casi. 

Un’équipe di anestesisti di grande esperienza si occupa della paziente e la osserva fin dal suo ingresso, indicando se necessario anche il blando sedativo da assumere la notte precedente l’intervento o il giorno stesso. All’arrivo in sala operatoria, l’anestesista collocherà un’agocanula per la somministrazione dei liquidi e dei medicinali, addormenterà la paziente, monitorerà le sue funzioni vitali in corso di intervento e la seguirà con attenzione nell’immediato post-operatorio. Tutto questo con il proposito che la paziente superi con tranquillità e sicurezza l’operazione.

Tecnica chirurgica

Si realizza l’incisione chirurgica nella zona scelta, in questo caso descriveremo l’incisione periareolare, quella che è localizzata nella metà inferiore del bordo areolare.

Utilizzando questa via si realizza la dissezione ghiandolare in senso perpendicolare attraverso la mammella verso il piano muscolare. Dobbiamo ricordare che nelle pazienti con areola molto piccola, sulla quale non si può praticare questa incisione, di utilizza quella inframammaria (a livello del solco).

Si localizza poi il piano anatomico scelto per la protesi, sottoghiandolare o sottomuscolare.

Nel piano sottoghiandolare, si procede a dissecare (separare) la ghiandola mammaria dalla fascia muscolare sottostante fino a creare una “tasca” adeguata alla protesi scelta.

Nel piano sottomuscolare inizialmente si localizza il margine inferiore del muscolo grande pettorale e con il bisturi elettrico si realizza la sua dissezione, tenendo conto delle inserzioni mediali nello sterno e le sue relazioni con altri muscoli come il piccolo pettorale, il dentato anteriore e il retto addominale. 

Si indeboliscono le inserzioni dei muscoli sullo sterno nella zona mediale inferiore per evitare che con il movimento si produca una risalita grottesca della protesi .

Dopo una accurata emostasi (cauterizzazione dei vasi sanguigni) si realizza un “lavaggio” della cavità creata con una soluzione antibiotica così come della protesi scelta con lo scopo di prevenire qualsiasi possibilità di contaminazione e facilitare lo scivolamento della protesi nel momento in cui la si introduce.

Il chirurgo si cambia i guanti e procede a introdurre la protesi, osservando la corretta posizione di questa al termine della manovra. 

Se il caso lo richiede, si collocherà un drenaggio e si procederà alla sutura della ferita chirurgica; la pelle dell’areola si sutura con un materiale riassorbibile per via intradermica, tecnica che migliora il risultato estetico della cicatrice. 

Una volta finito di suturare, si medica la ferita chirurgica e si applica un bendaggio. 

L’anestesista risveglia la paziente, che viene trasportata nella sala risveglio dove resterà il tempo necessario per riaversi dall’effetto dell’anestesia ed essere portata in camera.

Se ci sono familiari in attesa il chirurgo, non appena terminato l’intervento, li informerà sulla riuscita dell’operazione e sulle condizioni della paziente.

Post-operatorio

Le prime ventiquattro ore

La paziente resterà ricoverata in clinica dove le verranno somministrati antibiotici e analgesici; il personale infermieristico monitorerà i parametri vitali (pressione arteriosa, polso e temperatura) e la quantità e le caratteristiche del liquido che esce dal drenaggio (se posizionato). 

Lo specialista visiterà la paziente con regolarità e raccomanderà di non somministrare liquidi o alimenti nelle prime ore e di limitare il movimento, facendosi aiutare in camera o nel bagno.

Complicazioni

Primo giorno

  • Ematoma: del tutto normale se di dimensioni limitate, nel caso fosse troppo voluminoso e causasse intenso   dolore, potrebbe essere necessario evacuarlo rioperando la paziente
  • Dolore: facilmente evitabile con la somministrazione di analgesici
  • Vomito severo: evitabile con la somministrazione di antiemetici

Secondo giorno

La paziente viene valutata dai membri dell’équipe di chirurgia plastica che controlleranno il suo stato clinico, rimuoveranno i drenaggi se sono stati messi e medicheranno le ferite.

verrà fatto indossare alla paziente un reggiseno sportivo contenitivo.

In seguito la paziente verrà dimessa, le si consegneranno i medicinali che dovrà prendere fino al controllo nello studio dello specialista il quarto o il sesto giorno (antibiotici, analgesici e antiinfiammatori) e le si daranno istruzioni generali (non muovere le braccia con totale libertà né contro resistenze o pesi) per ottenere la corretta evoluzione della zona operata.

Complicazioni

  • Ematoma
  • Dolore
  • Sieroma (accumulo di liquido linfatico)
  • Infezione: si previene con la somministrazione di antibiotici, si manifesta con segni infettivi generali (febbre, malessere generale, ecc..)
  • Diastasi della cicatrice areolare, conseguente alla perdita di qualche punto. In questo caso può essere raccomandabile l’utilizzo di creme cicatrizzanti o correttrici dell’aspetto della cicatrice, che hanno l’effetto di “ammorbidirla e appianarla”. Se questo non è sufficiente potrà essere migliorata chirurgicamente quando saranno trascorsi almeno sei mesi dall’intervento.

Dal sesto giorno al primo mese

Durante questo periodo si raccomanda l’uso di un reggiseno speciale, di tipo sportivo, che dovrà essere usato continuamente, giorno e notte, per quattro settimane.

Si considera normale in questo periodo la presenza di lievi disturbi al seno, come dolore di  modesta intensità, occasionali “pizzicori” o formicolii, che possono essere diminuiti con l’utilizzo di qualche blando analgesico (paracetamolo).

Con il trascorrere del tempo si assiste ad una progressiva lenta risoluzione dell’edema e dei lividi, così come va risolvendosi la temporanea perdita della sensibilità nell’areola o nel capezzolo successiva all’intervento.

Primo anno

Si realizzano controlli medici seriati della paziente a tre, sei e dodici mesi. In tal modo si potrà sorvegliare per un periodo adeguato l’evoluzione dei risultati, oltre a permettere di chiarire gli eventuali dubbi della paziente.

Complicazioni

  • Incapsulamento della protesi: si sviluppa con un’incidenza minore del cinque per cento. La cicatrice che circonda la protesi può diventare per molteplici fattori dura, poco elastica, palpabile, dolorosa e persino arrivare a deformare la mammella, secondo il grado di incapsulamento           (Baker I: la mammella aumentata è morbida come quella non operata; Baker II minima durezza e  protesi poco palpabile; Baker III: durezza moderata e protesi palpabile; Baker IV: durezza severa e presenza di dolore, mammella fredda e deforme). In questi casi si porrà indicazione di effettuare terapia con ultrasuoni o si proporrà come ultima risorsa il riesame chirurgico per l’exeresi della capsula (ritirarla) per sostituire la protesi.
  • Alterazione della sensibilità di qualche zona della mammella.
  • Cicatrice areolare ipertrofica (cheloide). In questo caso si riesamina con anestesia locale 

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E’ una cosa di famiglia!

L’età non è il solo fattore che causa un cedimento e una perdita di tonicità del seno. La genetica gioca un ruolo importante per la forma del seno e la posizione dei capezzoli. L’intervento di lifting del seno è una soluzione molto efficace per migliorare la simmetria e ristabilire una forma arrotondata, più bella e naturale.

Meet Giuseppe Colombo, MD, Ph.D

Giuseppe Colombo, MD, Ph.D. ti aiuterà ad ottenere un seno che sfida la gravità, l’invecchiamento, la genetica, o altre alterazioni che lo hanno reso cadente.

Autore e coautore di oltre 30 articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Genova con lode e medaglia d’oro al valore accademico.

Diploma di Specializzazione in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica con lode.

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FAQ

Cerchiamo di minimizzare le incisioni trattando delicatamente i tessuti ed utilizzando meticolose tecniche chirurgiche. Però nessun chirurgo plastico può garantire i risultati di una guarigione senza segni. Ci sono trattamenti aggiuntivi per chi ha cicatrici più visibili, come la crema al silicone applicata sulla pelle, iniezioni di steroidi per attenuare la cicatrice e revisioni della cicatrice dopo 12 mesi dall’intervento.

Generalmente consigliamo alla paziente che vuole rimanere incinta ed allattare di rimandare il lifting del seno al momento in cui ha stabilito di non volere più figli e non allattare, o non pianifica di avere figli per un po’ di tempo. Questo perché c’è la possibilità che, dopo aver avuto il bambino e dopo l’allattamento, ci sia bisogno di un altro lifting del seno. Anche se ci sono pazienti che si sono sottoposte alla chirurgia estetica del seno, non possiamo garantire che saranno in grado di allattare.

Anche se l’immagine del seno dalla mammografia cambierà dopo il lifting al seno, questo non rende più difficile l’identificazione del tumore al seno.

Sì, è assolutamente possibile effettuarlo nuovamente.

Siamo a tua disposizione per qualsiasi info.